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Il trattamento di fine rapporto, noto come TFR, rappresenta un extra economico riconosciuto dal datore di lavoro ai dipendenti come complemento alla retribuzione ordinaria. È una sorta di riserva monetaria accumulata durante l’impiego che viene corrisposta al termine del rapporto lavorativo.
Tutti i dipendenti sotto contratto a tempo indeterminato o determinato, inclusi quelli part-time, possono accedere al TFR. Questo importo è strettamente legato al salario del lavoratore, costituendo una retribuzione differita per ogni mese di servizio reso.
Il TFR viene liquidato al termine del rapporto di lavoro, indipendentemente dalla causa della cessazione: licenziamento, dimissioni volontarie o raggiungimento dell’età pensionabile. Si accumula mensilmente, quindi anche se si è lavorato per meno di 12 mesi, il dipendente ha diritto a percepirlo.
Il calcolo del TFR si basa sulla retribuzione annua, divisa per il coefficiente 13.5. L’importo ottenuto viene annualmente rivalutato in base all’inflazione e a un tasso fisso del 1.5%. Questo “salario differito” può variare nel tempo a causa delle oscillazioni inflazionistiche e delle variazioni della retribuzione lorda annua.
Il TFR è soggetto a tassazione, con il 17% tassato sulla rivalutazione basata sull’Istat e il tasso fisso, mentre il restante importo è tassato in base al modo in cui è gestito:
In azienda: tassazione complessiva dei TFR maturati, del reddito di riferimento e dell’aliquota media.
Investito in fondi: tassato fino al 15%, con la possibilità di dedurre contributi al fondo pensione fino a 5165€.
Anticipato: Possibile richiedere fino al 70% del TFR maturato per specifiche ragioni, come l’acquisto di casa o spese sanitarie straordinarie. Questa opzione è consentita una sola volta dopo almeno 8 anni di lavoro nello stesso luogo.
Per i dipendenti privati, il TFR viene generalmente erogato al momento della cessazione del rapporto di lavoro, mentre per i dipendenti pubblici i tempi possono variare a seconda delle circostanze.
Il TFR può essere lasciato in azienda o versato in un fondo pensione. Nel secondo caso, non è possibile tornare indietro e optare per la gestione in azienda. I fondi pensione offrono potenzialmente maggiori rivalutazioni e agevolazioni fiscali rispetto alla gestione in azienda.
Fino al 2018, il versamento del TFR in busta paga era un’opzione per il dipendente, ma questa opportunità è stata abolita.
Oggi, la scelta tra fondi pensione, gestione in azienda o altri mezzi di erogazione rappresenta un aspetto cruciale per pianificare il proprio futuro finanziario.
Il trattamento di fine rapporto costituisce un elemento essenziale nella sfera economica del lavoratore, richiedendo una comprensione approfondita per una gestione consapevole delle proprie risorse finanziarie a lungo termine.
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