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Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, e con la crescita della flessibilità e della volatilità nell’ambito lavorativo, può capitare che i lavoratori accumulino contributi previdenziali in diverse forme pensionistiche. Questo scenario rende importante comprendere le opzioni a disposizione quando ci si avvicina al pensionamento.
Uno strumento cruciale in questo contesto è la “ricongiunzione“, una possibilità offerta ai lavoratori per ottimizzare la loro situazione previdenziale.
In questo articolo esploreremo la ricongiunzione, mentre nei prossimi articoli esamineremo le altre due opzioni, quindi assicuratevi di seguirci per non perdere nessun dettaglio.
La ricongiunzione è una procedura prevista dalla legge 29/1979, che permette ai lavoratori dipendenti di consolidare i contributi versati in forme sostitutive, esclusive o esonerative dell’assicurazione generale obbligatoria (Ago) nell’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale).
In pratica, un lavoratore può richiedere il trasferimento dei propri contributi da una gestione previdenziale all’altra, al fine di garantirsi una posizione previdenziale stabile e favorevole al momento del pensionamento.
Quando si completa una procedura di ricongiunzione, il calcolo della pensione tiene conto dell’intera anzianità contributiva come se tutti i periodi fossero stati contribuiti nella gestione in cui si è effettuato il trasferimento.
Questo può comportare benefici economici significativi, specialmente quando si passa da un sistema previdenziale contributivo a uno misto.
La domanda di ricongiunzione può essere presentata solo una volta ed è valida per tutti i periodi assicurativi, a meno che, successivamente alla data in cui ha effetto la prima ricongiunzione, il lavoratore non accumuli almeno 10 anni di assicurazione, di cui 5 con contribuzione versata in costanza di effettiva attività lavorativa.
Una seconda domanda di ricongiunzione può essere fatta prima di 10 anni, ma solo al momento del pensionamento e nella gestione in cui è stata precedentemente accentrata la posizione assicurativa.
La convenienza di una ricongiunzione dipende da vari fattori.
In generale, maggiore è l’importo dei contributi da trasferire, minore sarà l’onere finanziario richiesto al lavoratore.
Se la contribuzione da versare, aumentata degli interessi, supera la riserva matematica, non sarà richiesto alcun onere.
Eventuali eccedenze verranno accreditate nella gestione previdenziale accentrante.
Va notato che la ricongiunzione risulta più costosa quando si tratta di contributi accreditati presso le Casse dei liberi professionisti o contribuzioni diverse, poiché in questi casi non è prevista l’abbattimento del 50% tra riserva matematica e contributi da versare.
In ogni caso, la decisione di effettuare una ricongiunzione dovrebbe essere valutata attentamente, poiché potrebbe influenzare l’importo della tua pensione.
Ricorda che ogni situazione è unica, e ciò che è conveniente per un lavoratore potrebbe non esserlo per un altro.
Pertanto, è consigliabile consultare un esperto previdenziale o un consulente finanziario prima di prendere una decisione.
La ricongiunzione è uno strumento potente per ottimizzare la propria situazione previdenziale e massimizzare la pensione.
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