Patto di non concorrenza e accordo di riservatezza

La tua azienda opera in un settore in cui è necessaria molta riservatezza?

Oppure temi che un tuo lavoratore possa un giorno andare a lavorare da un concorrente?

Temi che un tuo dipendente possa mettersi in proprio e diventare un competitor?

Devi sapere che:

Il Codice Civile all’articolo 2105 sancisce l’obbligo del lavoratore di fedeltà che consiste nel comportarsi secondo correttezza e buona fede di cui agli articoli 1175 e 1375 del c.c.

Questo al fine di tutelare l’interesse dell’imprenditore alla capacità di concorrenza e di competitività dell’impresa.

Questa disposizione normativa ha al suo interno due diversi aspetti che riguardano i comportamenti che il lavoratore deve mantenere:

Divieto di concorrenza: cioè il divieto di trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore. Tale divieto si esaurisce alla cessazione del rapporto di lavoro.

È probabile, però, che la concorrenza del lavoratore si manifesti dopo la conclusione del rapporto di lavoro, poiché l’ex dipendente conosce le modalità di lavoro e magari anche i nominativi della clientela.

Cosa può dunque fare il datore di lavoro per tutelarsi?

Il patto di non concorrenza

È certamente possibile remunerare il lavoratore al fine di scoraggiarne la concorrenza. Pertanto, sia nel contratto di assunzione, che durante lo svolgimento del rapporto di lavoro e al termine, sarà possibile sottoscrivere un accordo tra le parti in merito allo svolgimento di futuri lavori in concorrenza con il datore di lavoro.

In cosa consiste?

Viene stabilito un compenso per non poter svolgere la stessa attività per un periodo massimo di 3 anni (5 per i dirigenti), stabilendo anche la zona in cui non si potrà operare e nello specifico quale attività non potrà svolgere.

Si precisa che secondo l’art.2125 del c.c. è anche previsto che tale patto di non concorrenza sia apposto per iscritto al fine della validità dello stesso.

Quanto e quanto erogare?

Su questi due aspetti la normativa tace, ci viene pertanto incontro la giurisprudenza, ritenendo congruo un ristoro a partire dal 10% della RAL (retribuzione annua lorda) in base all’importanza del sacrificio richiesto al lavoratore.

Per quanto riguarda le tempistiche è ritenuta valida l’erogazione dello stesso sia al termine del rapporto, che in costanza, purché venga già stabilito un importo certo e non variabile in base alla durata del rapporto di lavoro.

Obbligo di riservatezza:

Obbligo di riservatezza: divieto per il lavoratore di divulgare notizie attinenti all’organizzazione dell’impresa o di farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio.

Questo aspetto è protetto anche dal Codice Penale agli articoli da 621 a 623 per quanto riguarda il segreto professionale-aziendale.

Anche l’obbligo di riservatezza potrebbe essere rispettato dal lavoratore durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, ma venir meno dopo la cessazione dello stesso.

Ecco che esiste uno strumento a tutela dell’ex datore di lavoro al fine di proteggere l’organizzazione dell’impresa:

Accordo di riservatezza

Accordo di riservatezza -conosciuto anche come N.D.A. o “Non Disclosure Agreement” -.

Si può stipulare un accordo di riservatezza, indicando in modo preciso le informazioni che NON  devono essere divulgate, il fine per il quale vengono condivise tra le parti, la durata dell’accordo e la sanzione in caso di violazione.

Il patto di riservatezza è valido anche se non prevede un’indennità in busta paga o altre tipologie di corrispettivo.

Attraverso la sottoscrizione di un accordo di riservatezza, il lavoratore si obbliga a mantenere il riserbo su quanto acquisito in costanza del rapporto di lavoro, anche una volta cessato il rapporto e talvolta senza limiti di tempo.

Concludendo:

Quali sono i vantaggi della stipula di uno di questi due accordi o entrambi?

Attraverso la stipulazione scritta del patto di non concorrenza si evita che i propri dipendenti o collaboratori vadano a lavorare per la concorrenza, remunerando questa rinuncia del dipendente.

Mentre con l’accordo di riservatezza si evita che ex dipendenti ed ex collaboratori divulghino informazioni riservate e know-how dell’impresa, apponendo una penale in caso di violazione.

Per maggiori informazioni sul patto di non concorrenza e sull’accordo di riservatezza con il tuo dipendente o che ti hanno sottoposto come lavoratore non esitare a contattarci!

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